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| Barba, capelli castani, occhiali da intellettuale, appena 43 anni. Michael Connelly, in 7 anni ha bruciato le tappe diventando il giallista preferito da critici e pubblico, nonché da quell'avido lettore di genere che è Bill Clinton. Altro che ingegnere, come avrebbe voluto il padre: Connelly a 16 anni ha già in mente quello che vuole diventare, uno scrittore. Si laurea in ingegneria, ma subito s'infila in un piccolo giornale di Fort Lauderdale, Florida, dove è nato. Qualche buon servizio, una nomination al Pulitzer e lo chiama il Los Angeles Time, dove diventa il cronista di riferimento per i fattacci di nera. Lavora sodo 13 anni, poi molla perché si sente pronto a fare lo scrittore a tempo pieno: "Il giornalismo mi è servito per seguire da vicino il lavoro della polizia, conoscere dal di dentro i fatti più truci, capire la mentalità dei criminali". Esordisce inventando un triste tenace tenente di polizia, Hieronymus (detto Harry) Bosch, nome preso in prestito dal pittore fiammingo. È subito successo. Dicono che è il nuovo Chandler. Lui dice che no, Bosch e Marlowe non si somigliano. Semmai somigliano a Chandler le descrizioni che Connelly fa della velenosa infernale crudele L.A.: "Il posto giusto, se vuoi scrivere crimen story".
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